Cinque Terre Sciacchetrà Doc
La Polenza

Descrizione

Descrizione

Giosuè Carducci lo descrisse come l’essenza di tutte le ebbrezze dionisiche, Giovanni Pascoli ne richiese l’invio di poche bottiglie “in nome della letteratura italiana” Gabriele D’annunzio lo descrisse come “profondamente sensuale”.

Prima di loro ne parlarono Plinio, Boccaccio, Petrarca…

E’ un vino passito che racconta una storia lontana, la stessa origine del suo nome deriva probabilmente da “shekar”, un termine semitico molto antico indicante delle bevande fermentate o forse dal dialetto ligure e più precisamente dalle parole sciac (schiacciare l’uva) e tra (togliere le vinacce durante la fermentazione) non ci sono documentazioni certe in merito.

Sulle circostanze che portarono alla nascita del soave nettare ambrato si può solo citare una leggenda. Pare che in un remoto passato (sicuramente precedente all’epoca romana) le popolazioni delle Cinque Terre fossero divise da odi profondi ed eternamente in lotta fra loro. Un saggio eremita, chiamato a espletare l’ultimo tentativo di pacificazione, chiese che i rappresentanti delle fazioni in lotta gli portassero qualche grappolo d’uva, di quelli raccolti nei vigneti del territorio di provenienza. Qualche tempo dopo, il saggio offrì loro una coppa del vino prodotto miscelando le uve fornite. La sorpresa e l’ammirazione per quel nettare, scaturito dall’unione delle risorse dei cinque borghi, fu tale da garantire pace e concordia perenne a quelle contrade.

Il suo successo non deriva solo dalla sua storia affascinante ma dalle sue indubbie qualità che nascono in una terra dove ogni acino costa fatica.

Lo Sciacchetrà è un ottimo vino da dessert (o da meditazione!) bianco dolce e complesso.

Il profumo ricorda l’albicocca, la frutta secca e i fiori bianchi

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